Rischio di fratture e di osteoporosi e assunzione di Calcio con la dieta
Uno studio di coorte longitudinale e prospettico ha indagato le associazioni tra assunzione a lungo termine di Calcio nella dieta e rischio di fratture di qualsiasi tipo, fratture dell'anca e osteoporosi.
La studio si è basato sulla Mammography Cohort svedese, includendo una sottocoorte, Swedish Mammography Cohort Clinical.
Allo studio hanno partecipato 61.433 donne ( nate tra il 1914 e il 1948 ) che sono state seguite per 19 anni; 5.022 di queste donne hanno partecipato alla sottocoorte.
Le misure di esito primario erano rappresentate dalle fratture incidenti di qualsiasi tipo e fratture dell'anca, che sono state identificate dai dati registrati.
L’esito secondario era la diagnosi di osteoporosi per mezzo di assorbimetria a raggi X a doppia energia.
La dieta è stata valutata mediante questionari di frequenza alimentare ripetuti.
Durante il follow-up, 14.738 donne ( 24% ) hanno avuto una prima frattura di qualsiasi tipo e tra queste 3.871 ( 6% ), una prima frattura dell'anca.
Delle 5.022 donne nella sottocoorte, 1.012 ( 20% ) sono state valutate come osteoporotiche.
I pattern di rischio con il Calcio dietetico non erano lineari.
Il tasso crudo di una prima frattura di qualsiasi tipo è stato di 17.2 su 1000 persone-anno a rischio nel più basso quintile di assunzione di Calcio, e 14.0 su 1000 persone-anno a rischio nel terzo quintile, corrispondente a un rapporto multivariato di rischio aggiustato di 1.18.
L'hazard ratio ( HR ) per una prima frattura dell'anca è stato 1.29 e l'odds ratio ( OR ) per l'osteoporosi è stato pari a 1.47.
Con una bassa assunzione di Vitamina-D, il tasso di frattura nel primo quintile di Calcio è stato più marcato.
Il più alto quintile di assunzione di Calcio non ha ridotto ulteriormente il rischio di fratture di qualsiasi tipo, o di osteoporosi, ma è stato associato a un tasso più elevato di frattura dell'anca ( HR=1.19 ).
In conclusione, aumenti graduali di assunzione di calcio nella dieta oltre il primo quintile nella popolazione femminile in studio non sono risultati associati a ulteriori riduzioni nel rischio di fratture o di osteoporosi. ( Xagena_2011 )
Warensjö E et al, Br Med J 2011; 342: d1473
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