L'Acido Zoledronico migliora la densità minerale ossea nelle donne anziane con osteoporosi


Una sola dose per via endovenosa di Acido Zoledronico ( Aclasta ) migliora la densità minerale ossea nei pazienti con osteoporosi e il suo effetto può durare per circa due anni.

Uno studio clinico ha valutato l’efficacia e la sicurezza dell’Acido Zoledronico nel trattamento dell’osteoporosi, nell'arco di 2 anni.
Sono state arruolate 181 donne di 65 anni e oltre con osteoporosi, comprese le donne con deficit cognitivo, immobilità e più malattie coesistenti che vivevano in case di cura e strutture di assistenza.
89 donne sono state assegnate a ricevere una singola dose di 5 mg di Acido Zoledronico e 92 hanno ricevuto placebo.
Tutte le partecipanti hanno ricevuto giornalmente Vitamina D e supplementazione di Calcio.

E' stata misurata la densità minerale ossea ( BMD ) dell’anca e della colonna vertebrale, a 12 e 24 mesi, così come gli eventi avversi, che hanno incluso le cadute.

La densità minerale ossea dell’anca è aumentata di più nel gruppo di trattamento rispetto al gruppo placebo, sia a 12 mesi ( 2.8% contro -0.5% ) sia a 24 mesi ( 2.6% contro -1.5% ), in base ai risultati.

La densità minerale ossea della colonna vertebrale è anche aumentata maggiormente nel gruppo di trattamento rispetto al gruppo placebo sia a 12 mesi ( 3% contro 1.1% ) sia a 24 mesi ( 4.5% contro 0.7% ).

Complessivamente, nella valutazione di eventi avversi, non vi erano differenze significative nel numero di decessi, fratture o disturbi cardiaci.

L'incidenza di fratture nel gruppo trattato con Acido Zoledronico e nel trattamento con placebo è stata, rispettivamente, del 20% ( n=18 ) e del 16% ( n=15 ); i tassi di mortalità sono stati pari al 16% ( n=14 ) e del 13% ( n=12 ).

Dallo studio è emerso che una singola infusione di Acido Zoledronico nelle pazienti anziane con osteoporosi, ha migliorato la densità ossea e ridotto il turnover osseo per due anni.
Sono necessari studi più ampi per determinare se un miglioramento in queste misure surrogate si tradurrà in una riduzione delle fratture in persone anziane e vulnerabili. ( Xagena_2015 )

Fonte: JAMA Internal Medicine, 2015

Xagena_Medicina_2015