Le statine riducono il rischio di fratture nelle donne


E' stato osservato che le statine, note anche come inibitori dell'HMG-CoA riduttasi, farmaci ipocolesterolemizzanti, stimolano la formazione ossea nei modelli animali ed in vitro.
L'impiego delle statine, la densità minerale ossea ed il rischio di fratture sono state valutate in 1.375 donne, d'età compresa tra 50 e 94 anni, di cui 573 con fratture accidentali.
L'odd ratio ( OR ), non aggiustato, per le fratture dopo uso delle statine era 0.40 ( 95% CI , 0,23-0,71). L'aggiustamento per la densità minerale ossea al collo del femore, della colonna vertebrale e dell'intero corpo ha fornito un odds ratio di 0.45 , 0.42 e 0.43, rispettivamente.
L'aggiustamento per l'età, peso, terapia concomitante e fratture legate allo stile di vita non ha invece prodotto significativi effetti sull'odds ratio.
L'impiego delle statine è risultato associato ad un significativo aumento del 3% della densità minerale ossea al collo del femore, senza evidenti effetti sulla colonna vertebrale e sull'intero corpo.
I risultati indicano che gli aumenti della densità minerale ossea, associati all'impiego delle statine, sono minimi e non giustificano la riduzione del 60% del rischio di fratture. ( Xagena 2002 )

Pasco JA et al, Arch Int Med 2002; 162: 537-540